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Una rivelazione nella sofferenza

Come il Signore parla a tutti i Suoi figli, in qualunque luogo – chi in vacanza, chi in raduni, chi in luoghi particolari – ecco parlò anche a me in un luogo di sofferenza e malattie. Mi trovavo nell’ospedale di Rogliano (CS) per una febbre inspiegabile; ora se ero lì per causa mia o perché il Signore ha lasciato che ciò accadesse, non lo so. Una cosa so: che il Signore Iddio degli Eserciti, dei miracoli, della resurrezione, Padre del nostro Signore Gesù Cristo, come per voi è anche mio Padre.

Era il terzo soggiorno in quel luogo, ero in preghiera in una stanzetta d’attesa dove mattina, mezzogiorno e sera non c’era nessuno, così potevo rimanere da solo col mio Signore. Mentre mi condusse lì per la prima volta, ero in preghiera e il Signore mi disse: “Ora guarda cosa ti mostrerò. Guarda attentamente fuori dalla finestra; cosa vedi?”.

Io guardai attentamente e vidi un grande uliveto, ben curato; gli ulivi erano messi in ordine ed erano molto fruttuosi. La mia mente cominciava ad interpretare la rivelazione, quand’ecco vidi un piccolo gregge di pecore che pasceva. Non riuscivo a contarle molto bene, perché pascolavano e si coprivano sotto le piante delle olive, ma saranno state più o meno una ventina. Pascolavano in tutto l’uliveto. Allora mi rivolsi al Signore e dissi: “Signore, vedo l’uliveto e so cosa vuol dire; vedo il gregge di pecore e so cosa vuol dire. Ma non riesco ancora a comprendere la vera essenza di tutto ciò”.

Per sei giorni il Signore mi condusse lì, tre volte al giorno, per pregare e mostrarmi la stessa cosa, dicendomi: “Guarda bene ciò che ti sto mostrando, sotto ai tuoi occhi!”. Azionai la mia mente spirituale guardando e riguardando, applicando la Parola di Dio con la Sua sapienza e con l’aiuto dello Spirito Santo, e cercavo in qualche modo di comprendere e coniugare ciò che era sotto ai miei occhi. Ma non riuscivo, e il risultato era scarso.

La sera del sesto giorno la Parola del Signore mi fu rivolta così: “Hai osservato bene?”. Io risposi: “Signore, forse sì, ma dico forse perchè ancora mi è estraneo ciò che tu vuoi dire al tuo servo”. Il Signore mi disse: “Guarda bene; secondo te, è un gregge di pecore o di capre?”. Io dissi: “Di pecore!”. E il Signore: “Solo perchè hanno la lana e belano come pecore tu le definisci tali? Ma guarda attentamente!”.

Allora lo Spirito mi fece comprendere l’essenza della rivelazione. L’uliveto era il Regno di Dio, il gregge era la Chiesa di Cristo che era nel Regno, e il Regno era dentro di loro.

Ma il gregge era senza pastore! Questa cosa non l’avevo notata prima. Mentre alcune pascolavano come pecore, mangiando l’una accanto all’altra, altre – benché poche – pascolavano divise fra loro, distanti dal gregge, al punto che i cani lasciati di guardia dal pastore faticavano per unirle.

Il più delle pecore, nonostante senza guida, pascolavano fra loro unite nell’uliveto, dimostrando la sana testimonianza di essere pecore non solo dalla lana, dal belato, dagli agnelli, ma soprattutto dall’attitudine di ubbidienza al pastore.

Essere nell’uliveto e mangiare il cibo come le altre pecore, avere la lana e avere un comportanmento diverso, ci distingue dall’uliveto e dal gregge.

Il Figlio di Dio è l’Agnello non perchè figlio di una pecora, ma dell’Iddio Altissimo. E’ Agnello non perchè abbia avuto la lana o il belato di un animale, ma per la Sua ubbidienza, per la Sua mansuetudine e la Sua umiltà proprio come un agnello che non aperse bocca mentre lo inchiodavano alla croce.

Ora, il settimo giorno il Signore mi condusse di nuovo lì dicendomi: “Prima di andare via, guarda cosa ti mostro”. Allora vidi le pecore tutte riunite; i cani non faticavano più! Dissi: “Signore, cosa è successo?”. E il Signore: “Guarda bene!”. Guardai e vidi sotto un ulivo il pastore, e le pecore riunite come un vero gregge. Allora io dissi: “Signore, così è perfetto!”. Il Signore mi rispose: “Sembra così, ma non lo è”. Così compresi che non è per timore del pastore che il gregge si riunisce. Non è il vedere Cristo che ci unisce! E’ il timore di Dio, l’assorbire la Sua essenza di umiltà, mansuetudine ed ubbidienza al Padre e allo Spirito di Cristo – che non vediamo ma che è in noi – che ci raccoglie in un solo gregge nell’uliveto del Suo Regno.

Così feci un’osservazione.. Il gregge era senza pastore!

Si può essere senza pastore vedendo il pastore, e si può essere col pastore non vedendolo!

Si può essere senza Cristo vedendolo e standoGli insieme come i Farisei.

Si può essere con Cristo e in Cristo senza vederLo con gli occhi, ma per fede, proprio come l’apostolo Paolo.

Fratello Bruno Preite


Il fratello Bruno Preite è responsabile delle Chiese Bethel di Luzzi e Montalto

Commento ( 1 )

  1. francesco says:

    ciao pastor bruno purtroppo la vita mi ha dato il colpo di grazia mah ………. io gia c’ero nei casini comunque si vede che per gli occhi del signore deve andare cosi per i nostri occhi e sbagliato senza parole ……. spero di sentire qualcuno buona giornata

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