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Gesù ha illuminato la mia vita

Mi chiamo Ilaria e voglio raccontarvi la mia testimonianza.

Dopo un anno di matrimonio rimasi incinta ma, dopo soli due mesi fui operata d’urgenza per una gravidanza extra-uterina con emorragia interna. Quella mattina iniziai ad avere dei dolori che non lasciavano presagire nulla di buono. L’emorragia mi rendeva sempre più debole, provocando pian piano perdita di conoscenza. Chiamammo il ginecologo, il quale intuì subito quanto stava accadendo e ci comandò di correre in ospedale. Chiamammo subito un’autoambulanza, ma non ve ne erano disponibili se non prima di tre quarti d’ora, per cui mio marito Andrea si fece coraggio, mi prese in braccio, mi caricò in auto e mi portò in ospedale. In quel momento avevamo un unico pensiero: “Signore, accompagnaci!”.

Trovammo la sala operatoria già allestita, il ginecologo aveva allertato i colleghi che erano già pronti a ricevermi. Mi trovarono con oltre due litri di sangue in pancia; naturalmente persi il bambino ma, visto il rischio corso, in quel momento si pensava ad altro, e per mano di Dio tuttò andò bene!

In quell’occasione, sebbene triste, sperimentai per la prima volta la vicinanza e l’amore dei fratelli e l’opportunità di evangelizzare. Accanto al mio letto c’era una giovane mamma ricoverata per un piccolo problema. Era fortemente angosciata e molto ansiosa, ed ebbi modo di capire che spesso era soggetta a crisi di panico. Pensate che, riportata in camera dopo l’intervento, gridava a tal punto che i medici la riportarono in sala per capire cosa potesse essere successo. Per loro era andato tutto bene, non trovavano possibile una tale reazione. Ed infatti così era: la giovane mamma stava bene, ma a non stare bene era il suo animo.

Nei giorni seguenti facemmo amicizia. Mia madre rimaneva con noi anche la notte e prima di darci la buonanotte innalzava ad alta voce una preghiera a Dio che rasserenava i cuori e ci accompagnava sino al mattino. Ebbene, le preghiere non si perdono mai per strada. La giovane mamma iniziò a chiedere: “Signora, la prego, faccia una bella preghiera, mi rasserena e riposo tranquilla”. Così le regalammo la Bibbia e parlammo di Gesù, di quanto aveva fatto per noi e di quanto certamente avrebbe fatto per lei.

Tornando a me, purtroppo l’intervento subito aveva reso difficoltoso il passaggio e nonostante i diversi esami e gli aiuti medici c’era ancora da aspettare. Intanto cresceva in me il desiderio di diventare mamma e insieme la paura che questo non potesse accadere.

Ogni mese era un’aspettativa regolarmente disattesa, ed oltre a sentirmi scoraggiata provavo un forte senso di inadeguatezza. Andò avanti così per quattro anni; non saranno tantissimi, ma quando il tempo sembra scandire ogni secondo, allora ti sembrano interminabili.

Nonostante tutto, in cuor mio non solo non ho mai perso la speranza, ma ho sempre avuto la certezza che avevo Dio in risposta ad ogni mia debolezza. Sentivo il Signore sempre più vicino e paradossalmente, proprio per questa vicinanza, non riuscivo a capire come mai le mie preghiere sembravano cadere nel nulla. Ad ogni mia preghiera avevo un unica risposta: “Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifica!”.

Così sentii la necessità di confrontarmi con una sorella, proprio perchè iniziai a temere non più di essere delusa, ma di deludere! Le chiesi: “Dove sto sbagliando?”. Dopo una lunga chiacchierata, pian piano ogni cosa iniziò a tornare al suo posto e concretizzai che le mie aspettative erano diventate ossessioni e le mie orecchie sentivano, ma non ascoltavano!

Così Dio e la mia preziosa comunione con Lui ebbero la precedenza su tutto! Il desiderio di diventare madre rimase il medesimo, ma il senso che vi attribuii mutò! Capii che un figlio non è e non potrà mai essere un nostro “egoismo”. E’ un Suo dono, appartiene a Lui… e un nuovo senso di responsabilità iniziò a far parte di me!

Presi coscienza che non sarebbe stato un mio bambino, ma a dargli la vita sarebbe stato il mio Signore, per cui dovevo essere in grado di accudire un prezioso dono di Dio!

Che immensa, meravigliosa responsabilità..

Ebbene, Dio ha ascoltato le mie preghiere, avendo la pazienza di sapermi pronta! Il 18 giugno scorso è nata la nostra bimba Luce. Il perchè l’abbiamo chiamata Luce, penso sia chiaro a tutti! Attraverso questo inestimabile dono ha illuminato la nostra vita, ricordandoci che ogni Suo dono per noi è Luce. Dobbiamo solo imparare a guardare, osservare nel modo giusto e per farlo non sempre basta tenere gli occhi aperti!

Dio disse: “Sia la luce e la luce fu! E Dio vide che la luce era buona; e Dio separò la luce dalle ombre!”. Nelle difficoltà, nei momenti bui, non andiamo a tentoni.. abbiamo Gesù, luce e guida delle nostre vite!

Con immenso affetto Ilaria, Andrea & Luce!

Commento ( 1 )

  1. laila says:

    Dio benedice il grembo delle donne d’Israele anche quando non partoriscono figli, perché tutto ciò che può arricchire agli altri è un dono di noi stessi per ciò che Dio Stesso ci ha dato, prima ancora che desiderassimo ogni cosa. ogni buona parola può generare figli “spirituali” per i quali possiamo anche tribolare e gioire, proprio come si fa con i figli del “grembo.” Dio sa quello che fa e a voi ha dato Luce, affinché sappiate per sempre che, senza l’intervento della Sua potente mano, neppure la più piccola stella ha illuminato il cielo. con amore Laila

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