3

Buona festa delle donne

È di nuovo l’8 marzo, come l’anno scorso e l’anno prima, l’anno prossimo e quello dopo ancora. Ma cosa significa veramente la festa internazionale delle donne? È forse solo un giorno in cui le donne ricevono un segno tangibile (di solito una mimosa) come ringraziamento per la loro presenza nella società?

Cosa avviene di solito alla festa delle donne? Tutte le madri smettono di fare il loro dovere e lasciano i mariti a prendersi cura dei figli, per trascorrere una serata diversa con le amiche. Ma è questo l’apprezzamento che noi donne veramente cerchiamo dagli uomini? Quello di lasciarci fare quello che vogliamo per una sera?

Credo che ormai l’8 marzo sia diventato un giorno in cui si sprecano i discorsi sui diritti delle donne che non vengono rispettati, un giorno in cui si tirano le somme per vedere quante donne lavorano e in quali posizioni di prestigio rispetto agli uomini, e tutti giù a dire che le donne non hanno lo stesso ruolo degli uomini nella società, che non hanno le stesse opportunità, ecc.

Credo che il discorso più bello che si sia pronunciato a favore della donna sia scritto in Proverbi al capitolo 31, dal verso 10 in poi.

 Chi troverà una donna forte e virtuosa? Il suo valore è di gran lunga superiore alle perle. Il cuore di suo marito confida in lei e avrà sempre dei guadagni. Ella gli fa del bene e non del male, tutti i giorni della sua vita. Si procura lana e lino e lavora con piacere con le proprie mani. Ella è simile alle navi dei mercanti: fa venire il suo cibo da lontano. Si alza quando è ancora notte per distribuire il cibo alla sua famiglia e dare ordini alle sue domestiche. Ella guarda un campo e l’acquista; col frutto delle sue mani pianta una vigna. Si cinge di forza i lombi, e irrobustisce le sue braccia. Si rende conto che il suo commercio va bene, e la sua lampada di notte non si spegne. Stende la sua mano alla conocchia e le sue palme impugnano il fuso. Tende la sua mano al povero e porge le sue mani al bisognoso, non teme la neve per la sua famiglia, perché tutti quelli di casa hanno doppia veste. Si fa delle coperte di arazzo e le sue vesti sono di lino finissimo e di porpora. Suo marito è stimato alle porte, quando si siede fra gli anziani del paese. Confeziona vesti di lino e le vende, e rifornisce i mercanti di cinture. Forza e onore sono il suo vestito e ride dei giorni a venire. Apre la sua bocca con sapienza e sulla sua lingua c’è la legge della bontà. Ella sorveglia l’andamento della sua casa e non mangia il pane di pigrizia. I suoi figli si levano e la proclamano beata; anche suo marito ne fa l’elogio, dicendo: “Molte figlie hanno compiuto cose grandi, ma tu le sorpassi tutte quante”. La grazia è fallace e la bellezza è vana, ma la donna che teme l’Eterno, quella sarà lodata. Datele del frutto delle sue mani, e le sue stesse opere la lodino alle porte.

 La donna di cui parla qui il saggio Salomone è una persona “forte e virtuosa”, che nel lavoro non cerca una soddisfazione per se stessa ma per la famiglia che Dio le ha affidato. “Lavora con piacere”, “il suo commercio va bene”, ma non è questo un motivo per sentirsi superiore al marito o cercare la parità dei diritti. Eppure lei lavora dall’alba, mentre il marito siede (apparentemente senza far niente) alle porte della città insieme ai più rispettabili. Il suo lavoro, però, è apprezzato dal marito, che sa che è proprio grazie a lei che gli altri lo stimano. Ed è lei la destinataria del più bel complimento che un uomo possa fare ad una donna: “Molte donne hanno fatto cose grandi, ma tu le sorpassi tutte quante”.

Sembra quasi una super-donna, la donna perfetta che non esiste, eppure Salomone ci dice che ognuna di noi donne può essere così. Il segreto? “La donna che teme l’Eterno, quella sarà lodata”.

Allora, care donne, che questo giorno ci insegni che se vogliamo essere apprezzate, lodate e riconosciute, dobbiamo solo temere l’Eterno, perché soltanto mettendo Dio al di sopra delle nostre priorità potremo trovare il vero scopo della nostra vita e capiremo qual è il nostro ruolo nella famiglia e nella società.

Commenti ( 3 )

  1. laila says:

    ben detto! sono una donna e sono alla ricerca di soddisfare il Dio a cui appartengo. non sempre ci riesco. ma ci provo! sono una donna e sono una vincente, non perchè mi sia affermata nel lavoro o perchè abbia riscontrato un qualche particolare successo per qualcosa che abbia fatto, no! io vinco e vincerò sempre, fino a quando lascerò che mio Padre sia anche “il” mio Signore e non “un” Signore. anch’io ho lottato e tutt’ora lotto per appropriarmi di spazi e attività che mi danno soddisfazione, ma credo che la lotta di tante altre donne, sia orientata solo a ricercare un’autonomia “totale” apparentemente liberatoria ma, in realtà, assai pericolosa! la donna che sa trovare i suoi spazi, che provvede alla famiglia e, magari, lavora in casa e fuori, è davvero un portento! ma non è questo che può renderla libera! a che serve sentirsi liberi, se poi non si sanno gestire i figli, se non c’è dialogo col coniuge, se ci affanniamo a fare tutto per sentirci adulate da tutti? la donna davvero fuori dal comune , è straordinariamente “amica” di Dio….lo frequenta spesso, lo conosce a fondo e sa cosa si aspetta da lei. è una donna che sa ritagliare un tempo per pregare, in mezzo a migliaia di cose da fare, perchè sa dare la priorità su tutto, a colui che ne è degno….si muove fra le mura della sua casa con lo spirito di chi “serve” per amore e non per dovere. il suo cuore è soddisfatto, perchè non ha angoli bui di frustrazioni, perchè sa portare ogni suo bisogno, ogni sua tristezza, a quel Padre amorevole che asciuga lacrime e acquieta anime ansiose o solo doloranti ….le donne…..preziose come ogni altro dono di Dio, sono quelle che, quando dormono…il Padre accarezza piano….rincalza le coperte….perchè domani è un altro giorno di lotta…..sshhhhh……..le donne stanno dormendo……

  2. Giuseppe Carnevale says:

    Auguri a tutti le donne!!! Dio vi benedica!

  3. Tommaso Della Cananea says:

    …chi mastruna

Invia un commento